Archivio di Stato di Milano

La nascita dell’Archivio di deposito Governativo di Milano, dal quale dopo l’Unità d’Italia avrebbe tratto origine l’Archivio di Stato di Milano, può essere fatta risalire al 14 settembre 1780. Benché non esista una data ufficiale di istituzione del nuovo Archivio, fu proprio in quella data che l’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo, al termine di un lungo processo di riorganizzazione degli archivi statali milanesi, emanò un dispaccio recante una serie di disposizioni relative alla gestione e al personale di diversi istituti di conservazione presenti in città (dispaccio dell’Imperatrice al governatore della Lombardia Austriaca, l’arciduca Ferdinando d’Asburgo Lorena, Archivio di Stato di Milano, Dispacci reali, b. 259).Per la prima volta si stabilì che tutta la documentazione prodotta dai principali uffici governativi e l’Archivio Camerale dovessero confluire in un’unica sede, individuata nel soppresso convento gesuitico di San Fedele (oggi Fondazione culturale San Fedele, affacciata sull’omonima piazza, alle spalle di Palazzo Marino), che ben presto avrebbe assunto la denominazione di Archivio Generale o Archivio di deposito Governativo.Per circa un secolo la documentazione prodotta dagli uffici statali milanesi confluì in San Fedele. Tra gli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento, a causa della progressiva carenza di spazi da destinare ai nuovi versamenti si rese necessario il trasferimento presso l’attuale sede dell’Archivio di Stato di Milano, l’ex Collegio Elvetico, più noto con la denominazione napoleonica di Palazzo del Senato.Due documenti, datati 4 giugno e 12 giugno 1873 e firmati dall’allora Direttore Cesare Cantù, recano la richiesta al Genio Civile delle planimetrie del Palazzo e rappresentano la testimonianza più antica della nuova denominazione ufficiale dell’Archivio, consacrata anche dall’uso della carta intestata. Tuttavia, è noto come il trasloco dei documenti fosse già iniziato con il predecessore Luigi Osio. Le celebrazioni del centocinquantesimo da questa data sono in corso di progettazione.Ad oggi l’Archivio di Stato di Milano conserva un patrimonio documentario di circa 50 km lineari, che testimonia la storia della città e del suo Stato lungo quattordici secoli, dal 721 d. C. fino ai giorni nostri: la Cartula de accepto mundio o Mundio di Anstruda, datata 721 d.C., è il documento membranaceo più antico conservato in un Archivio di Stato italiano.La maggior parte della documentazione altomedievale proviene dagli archivi degli Enti religiosi colpiti dalle soppressioni giuseppine e napoleoniche (si veda l’ Archivio generale del Fondo di religione e il fondo Amministrazione del Fondo di religione). Da tali archivi furono estrapolati documenti confluiti nelle diverse collezioni, quali Pergamene per fondi, Museo diplomatico, Bolle e brevi della cancelleria pontificia, Diplomi e Dispacci sovrani, emanati dalle cancellerie di imperatori e di altri regnanti nel corso dei secoli, Miniature e cimeli. Il funzionamento del Ducato di Milano e i suoi rapporti con le altre potenze sono documentati dal fondo Carteggio visconteo sforzesco, i Registri delle missive e i Registri ducali, grazie ai quali si delinea il quadro del ricco panorama politico, commerciale e culturale in cui era inserita la corte milanese fino al Cinquecento.Tra le collezioni si segnalano anche i fondi Autografi, Famiglie e Comuni, creati nel corso dell’Ottocento con l’estrazione da altri fondi di documenti che rispondevano a particolari requisiti.La documentazione di età moderna è stata per la maggior parte smembrata e riordinata nelle serie peroniane degli Atti di governo (cronologicamente suddivise in parte antica e parte moderna), un iperfondo creato dall’archivista Luca Peroni a cavallo tra Settecento e Ottocento secondo il criterio di ordinamento per materia.Per quanto riguarda il periodo napoleonico e lombardo veneto la documentazione degli archivi delle varie magistrature è stata in parte smembrata negli Atti di governo parte moderna, e in parte ha mantenuto la struttura originaria, come per esempio la Segreteria di Stato o il Ministero della guerra per l’età Napoleonica o le Cancellerie austriache per il Regno Lombardo-Veneto. Di particolare interesse risultano i processi nei confronti di cospiratori contro gli Austriaci conservati nel Fondo Processi politici, da cui proviene il biglietto di Silvio Pellico scritto con il sangue durante la prigionia.Il periodo post-unitario vede, invece, un’organizzazione affine a quella degli altri Archivi di Stato, articolata secondo il disegno degli uffici periferici dello Stato italiano.Tra i fondi di questo periodo si segnalano gli archivi della Prefettura e della Questura e quelli dei Tribunali Giudiziari e dei Distretti Militari.Particolarmente importante il fondo Catasto, fonte imprescindibile per la ricostruzione della storia del territorio a partire dagli anni Venti del Settecento. Con l’attivazione del Catasto Teresiano, il Ducato di Milano si dotò di un sistema fiscale all’avanguardia, anticipatore di quello attuale.Tra i fondi più consultati per la ricchezza del materiale e per la tipologia di informazioni contenute si annovera il Notarile, che copre circa sette secoli: la documentazione inizia dalla fine del Duecento, registra una flessione nel Trecento, per poi costituire serie numericamente consistenti a partire dal Quattrocento. Con le sue 64.000 unità (in crescita) è il fondo più cospicuo dell’Archivio.L’Archivio di Stato di Milano custodisce inoltre alcuni archivi gentilizi, frutto di donazioni e acquisizioni: Crivelli Giulini, Litta Modignani, Sormani Andreani Verri, Greppi, Clerici e Taverna, solo per citare quelli di alcune famiglie nobili protagoniste della storia milanese e lombarda.Le più recenti acquisizioni riguardano la documentazione relativa a processi per stragi e terrorismo, alla Loggia massonica P2 e all’Organizzazione Gladio versati da diversi uffici milanesi (oltre ai Tribunali, Questura, Prefettura, Guardia di Finanza, per citarne alcuni).Per approfondimenti sul patrimonio archivistico conservato.Informazioni e orari di apertura della sala studio e servizi connessi.

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