L’Archivio di Stato di Novara, istituito con Decreto del Ministro dell’Interno il 18 marzo 1970, è un Ufficio periferico del Ministero della cultura che svolge funzioni di tutela, conservazione, fruizione e valorizzazione del patrimonio archivistico.
Oltre alle funzioni fondamentali di tutela dei beni archivistici, l’Archivio di Stato di Novara conferisce grande importanza alla fruizione e alla valorizzazione del patrimonio documentario conservato, e partecipa a importanti progetti di digitalizzazione: a tale fine vengono allestite mostre, effettuate visite didattiche per le scuole di ogni ordine e grado e progetti di alternanza scuola-lavoro.
L’Istituto promuove il proprio patrimonio rendendo fruibili nel Portale “Archivio Digitale” dell’ICAR (Istituto Centrale per gli Archivi), le digitalizzazioni di pergamene e porzioni di fondi documentari. Contestualmente pubblica gli inventari dei fondi archivistici sia nel sito web sia nel Portale “Strumenti di ricerca on line” del Sistema Archivistico Nazionale, al fine di favorire l’accessibilità del patrimonio all’utenza.
Non meno importanti sono le collaborazioni con le Istituzioni locali e gli Istituti culturali presenti sul territorio. Nel corso del 2007 è iniziata una collaborazione con l’Assessorato all’Istruzione del Comune, per fare conoscere ai ragazzi delle scuole elementari i principali monumenti della città, anche attraverso le testimonianze documentarie. Alcuni studiosi hanno dato vita nel 2007 all’Associazione “Scrinium” – Amici dell’Archivio di Stato di Novara, con lo scopo di promuovere la valorizzazione e la conoscenza dell’Istituto. Dal 2018 è stata rafforzata la collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale, che ha consentito l’organizzazione di convegni di alto livello scientifico.
La sede dell’Istituto, in via dell’Archivio n. 2, occupa una porzione dell’antico monastero di S. Maria Maddalena, che nel XVII secolo aveva acquisito tutto l’isolato compreso tra le attuali via Silvio Pellico (est) corso Cavallotti (sud) via Mario Greppi (nord) via dell’Archivio (ovest). Nel 1799 il monastero fu soppresso e nel 1804 cominciò la fase di frazionamento del convento, che comportò l’utilizzo di gran parte dei fabbricati per il Liceo Classico istituito da Napoleone Bonaparte. Nei restanti locali fu insediato l’Archivio Notarile, alla cui ristrutturazione lavorò l’ing. Luigi Orelli, che progettò e fece realizzare la grandiosa scaffalatura in legno di noce a tre ordini (2340 metri utili) addossata alle pareti della ex Chiesa di S. Maria Maddalena annessa al convento. Nel 1823 il fabbricato fu acquistato dal Comune di Novara, che nel 1851 affidò all’ing. Antonio Busser il rifacimento della facciata, sul cui archivolto fu collocato l’altorilievo raffigurante il Genio della Conservazione, opera dello scultore Giuseppe Argenti.
Nel 1972 l’Archivio di Stato si insediò in questi locali dopo alcuni lavori di adattamento; nel 1987 la sede fu ampliata con l’acquisizione di spazi contigui nella settecentesca Casa Andreoni, mentre nel 1997 venne assegnato all’Archivio di Stato un fabbricato demaniale adiacente ai locali di via dell’Archivio; due anni dopo sono iniziati i lavori di adeguamento funzionale e strutturale di tutta la sede dell’Istituto, che si sono conclusi con l’inaugurazione del 31 maggio 2007; sono quindi stati realizzati nuovi depositi interrati, su due piani, forniti di tutte le misure necessarie alla conservazione del patrimonio e alla sicurezza del personale.
Attualmente la sede dell’Istituto è dotata di locali e impianti adeguati ai compiti istituzionali ed è in grado di proporre all’utenza e agli Istituti scolastici un’offerta di qualità.
L’Istituto conserva circa 15 km. lineari di documentazione prodotta dagli uffici periferici dello Stato, depositi di enti pubblici ed archivi provenienti da fondi e collezioni private. Tra i più antichi fondi archivistici di provenienza statale vi sono quelli delle magistrature di Antico regime, soppresse nel corso del Settecento, come i Contadi di Novara e di Vigevano, o non sopravvissute all’epoca napoleonica, come avvenne per l’Intendenza per l’alto e basso Novarese e Vigevanasco. Di grande rilevanza è l’archivio della Prefettura napoleonica del Dipartimento dell’Agogna, riordinato da Luca Peroni nei primi anni dell’Ottocento, e dell’Intendenza generale della divisione di Novara, nelle cui funzioni subentrò dal 1861 la Prefettura, di cui si conservano i fondi archivistici dell’ufficio di Gabinetto, degli Affari generali e speciali dei Comuni e delle Opere pie, carte di grande rilevanza per la storia del territorio novarese tra l’unificazione e l’età repubblicana.
L’Archivio di Stato conserva inoltre i fondi di uffici statali con competenze strettamente amministrative e fiscali; in particolare vi sono le serie dell’asse ecclesiastico e del culto dell’Intendenza di finanza, con carte tra il XIX secolo e il 1941.
Riveste notevole importanza la documentazione prodotta dai Notai del Novarese, costituita da circa 13.000 unità tra buste, filze e volumi, contenenti minutari tra il XV e il XX secolo, mentre al 1770 risale l’istituzione nel Novarese degli Uffici di insinuazione, denominati dal 1862 Uffici del Registro. Sono stati, inoltre, versati i titoli e le trascrizioni della Conservatoria dei registri immobiliari tra sec. XIX e 1957, tra i più consultati per le ricerche amministrative, così come le serie delle successioni provenienti dagli Uffici del registro e dall’Agenzia delle Entrate di Novara, di Borgomanero, di Oleggio e di Romagnano Sesia.
Cospicua è la documentazione cartografica; oltre alle mappe teresiane della città, di Novara e delle comunità del Contado, il corpus maggiormente significativo è pervenuto attraverso i versamenti degli Uffici distrettuali delle Imposte Dirette di Novara e Borgomanero, che illustrano lo stato dei catasti nel 1936 fino alla fine degli anni ’60. Insieme ai versamenti dell’Ufficio Tecnico Erariale e ai depositi del Comune di Novara sono pervenuti registri catastali, parte dei quali risalenti all’epoca preunitaria, mentre attraverso i progetti e i disegni del Genio Civile è possibile ricostruire gli interventi su edifici e infrastrutture pubbliche della provincia per il periodo compreso tra il 1861 e il 1986.
Gli uffici giudiziari hanno versato la documentazione relative alle Giudicature e alle Preture. Di notevole consistenza sono le serie dei procedimenti penali versati dal Tribunale di Novara, pervenuti in momenti diversi, che insieme alle carte della Procura della Repubblica, nell’insieme illustrano l’amministrazione della giustizia sul territorio tra XVIII e XX secolo. Di grande rilevanza è il fondo della Corte di Assise di Vercelli, poi di Novara, che giudicava i reati più gravi, e della Corte di assise straordinaria, di seguito soppressa e divenuta Sezione speciale della Corte di assise ordinaria, istituite tra il 1945 e il 1947 per giudicare i reati di collaborazionismo al fascismo.
I Distretti militari di Torino e di Vercelli hanno versato le liste di leva, i ruoli e i fogli matricolari del personale di truppa proveniente dalle province del Novarese dal Verbano-Cusio-Ossola. Le serie documentali, che includono 1614 unità tra registri e fascicoli con estremi cronologici 1792-1940, sono particolarmente consultate per le ricerche genealogiche.
Sono inoltre state versate dalla Questura di Novara le carte della categoria A/8, detta dei “Sovversivi”, nella quale si ritrovano fascicoli di persone giudicate pericolose per la sicurezza dello Stato, con particolare riferimento al periodo fascista e alla prima età repubblicana, e i cosiddetti fascicoli della 2° categoria, relativi alle attività ispettive di polizia.
L’Archivio di Stato di Novara conserva inoltre numerosi fondi archivistici in deposito da altri enti pubblici. Tra essi vi è l’archivio storico del Comune di Novara, che subì severi depauperamenti e distruzioni. Pezzi pregevoli per la storia del Novarese furono concentrati nel fondo Manoscritti della Biblioteca civica, che conserva documentazione proveniente dalle raccolte di eruditi insigni novaresi, quali ad esempio Carlo Negroni, e i più rilevanti e antichi nuclei di pergamene, la più antica delle quali risale all’882.
L’Archivio storico della Provincia di Novara comprende 2.054 buste con documentazione della seconda metà del sec. XIX, relativa alle diverse funzioni svolte dall’ente in ambito sanitario, infrastrutturale, nell’istruzione e nell’assistenza.
Tra gli archivi più antichi e consistenti depositati in questo Istituto vi è quello dell’Ospedale maggiore della carità, che comprende, per la parte inventariata, 5726 unità tra faldoni, volumi, registri e pergamene; vi è compresa documentazione dell’Ospizio degli esposti che accoglieva ed educava i fanciulli abbandonati. Altra documentazione di natura assistenziale proviene dai fondi dell’Ospedale psichiatrico provinciale e dall’Orfanotrofio Dominioni.
Si conservano inoltre il fondo del Collegio Caccia di Novara, ente destinato ai figli della nobiltà novarese e ai discendenti del fondatore Giovanni Francesco Caccia, giureconsulto novarese, decurione del comune di Novara e oratore presso il senato di Milano, e il fondo del Teatro Coccia, le cui serie archivistiche documentano le attività liriche dal XVIII al XX secolo.
Di notevole interesse per la storia del territorio sono, infine, le carte provenienti da diversi archivi nobiliari, tra i quali vi sono quelli delle famiglie Brusati, Caccia di Romentino, Cacciapiatti, Tornielli di Borgolavezzaro e di Vergano, di cui si conservano consistenti nuclei di pergamene. All’Archivio di Stato di Novara è pervenuto, inoltre, il fondo del pubblicitario novarese Aldo Beldì, il cui studio collaborò nella seconda metà del Novecento per importanti gruppi industriali italiani. È costituito da documentazione eterogenea ovvero, per la maggior parte, da bozzetti, disegni, stampe.
Risorse web:
L’Archivio di Stato di Novara rende disponibile on line parte del suo patrimonio nel portale Archivio DigitaleGli inventari dei fondi archivistici sono consultabili nel Portale Strumenti di ricerca on line