In piazza Labus 3 a Brescia si conservano resti monumentali della Basilica di Brescia romana. L’edificio, ancora oggi riconoscibile nel prospetto delle case allineate lungo il lato settentrionale della piazza, fu realizzato in età flavia, in opera quadrata, con paramento a blocchi parallelepipedi regolari in pietra di Botticino. Chiudeva a sud la piazza del Foro ed era dedicato agli scambi commerciali e all’amministrazione della giustizia.
I lati lunghi erano scanditi da dodici finestroni tra paraste corinzie e da sei portali. L’interno era costituito da un’aula rettangolare unica, ampia 47,80 x 19,10 m, priva di peristasi, delimitata dai perimetrali che comunicavano direttamente con portici sui quattro lati. La pavimentazione era in grandi lastre in marmo grigio-azzurro (lunense) e bianco (pentelico o pario) disposte secondo un modulo quadrangolare: un quadrato centrale grigio circondato da una fascia di lastre bianche, fascia grigia all’esterno con elementi angolari in marmo bianco. Lo stesso motivo decorativo era presente nella pavimentazione che correva all’esterno intorno alla basilica, con i colori però invertiti, bianco all’interno e grigio nelle fasce esterne. Di estremo interesse è il rinvenimento di un’iscrizione onoraria, reimpiegata nel Medioevo come soglia, posta per celebrare Nonio Macrino, ricordato come patrono della città. L’epigrafe era probabilmente collocata all’interno dell’edificio, per commemorare forse un’azione evergetica di questo personaggio, appartenente alla potente famiglia che a partire dal Il secolo d.C. dominò la vita bresciana, ricoprendo posizioni di grande prestigio nell’amministrazione dell’Impero.
Gli scavi hanno evidenziato, nelle lacune dovute all’asportazione in epoca medievale delle lastre del pavimento flavio, una prima e più antica struttura a carattere monumentale, pertinente al Foro di età augustea: un lastricato limitato lungo il lato sud da plinti quadrangolari in pietra tenera dell’area veronese. Su questi poggiavano le colonne o i pilastri di un probabile portico.
L’edificio è sede dell’area funzionale archeologia della Soprintendenza ABAP per le province di Bergamo e Brescia.
Il sito è parzialmente visibile anche dall’esterno.