L’area archeologica conserva una fornace di età romana e offre l’occasione di approfondire il tema dello sfruttamento delle risorse argillose del Garda bresciano per la produzione di laterizi.
Le strutture archeologiche sono emerse tra il 1985 e il 1988. Allora, i lavori per la stazione elettrica Terna in località Fornaci dei Gorghi, a Lonato del Garda (BS), hanno portato alla scoperta di un esteso complesso artigianale per la produzione di materiale laterizio (tegole, embrici, mattoni di varia misura, pesi da telaio) costituito da sei fornaci di diversa tipologia, due a pianta circolare e quattro a pianta quadrata o rettangolare, nonché alcuni resti di vani funzionali all’attività produttiva, una catasta di embrici impilati, resti di ceramiche di uso domestico probabilmente utilizzati dagli operai del sito.
Le analisi termoluminescenti e archeomagnetiche su alcuni mattoni unitamente alla datazione dei reperti hanno permesso di inquadrare l’uso del complesso dalla prima metà del I agli inizi del II sec. d.C. Dopo un uso continuativo di circa un centinaio d’anni, le fornaci furono abbandonate probabilmente a causa dell’impaludamento delle aree dove era presente buona parte dei manufatti. La vocazione artigianale dell’area nel tempo, testimoniata dal toponimo della località, è stata confermata nel 2002 con il rinvenimento, nei pressi delle Fornaci Romane, di due fornaci affiancate, per la produzione di laterizi e per la produzione di calce, datate al XIV secolo.
La Fornace A è l’unica fornace oggi visibile e visitabile. È in ottimo stato di conservazione, presenta una grande struttura a schema verticale e pianta circolare, con camera di combustione interrata al di sopra della quale è la camera di cottura, sovrastata da una copertura aperta in alto, non più conservata, che probabilmente veniva parzialmente smontata e poi ripristinata a ogni ciclo di funzionamento. Il piano di cottura, del diametro di 6 metri, è formato da mattoni disposti di taglio, con doppio incavo semicircolare combaciante a formare i fori attraverso cui fiamme, gas caldi e fumi risalivano dalla camera di combustione a quella di cottura, richiamati dal tiraggio favorito dall’apertura sulla sommità della volta. Il carico e lo scarico dei laterizi avvenivano presumibilmente da una porta sul retro della fornace. La sua soglia era al livello del piano di campagna, all’esterno, e più alta del piano di cottura, all’interno, per raggiungere il quale era necessario l’uso di una scala asportabile a pioli. I materiali da costruzione che vi venivano cotti (tegole, embrici, coppi, mattoni) e che sono stati rinvenuti durante gli scavi, sono ora esposti nell’antiquarium che ospita anche la Fornace A.