Il Museo nasce grazie all’impegno di don Fiore Borrelli, parroco di Mottafollone, che iniziò a progettarlo nel 1952, attraverso una costante e proficua ricerca sul territorio e l’acquisizione di un ricco patrimonio storico, artistico e archeologico, che oggi rappresenta la testimonianza più autentica delle radici di Mottafollone e dell’intera Valle dell’Esaro. La prima sezione del Museo fu inaugurata nel dicembre 1997 presso due locali della Chiesa Madre, già Santa Maria della Motta. Chiuso per alcuni anni per consentire l’esecuzione di alcuni lavori di
restauro, il Museo è stato riaperto al pubblico nell’estate 2007. Il percorso espositivo, che abbraccia oltre 4000 anni di storia del territorio, dalle prime testimonianze risalenti all’età del bronzo e del ferro fino ai nostri giorni, prende avvio dal riallestimento della Cappella dell’antica Chiesa
Madre, con il bel paliotto d’altare, due pregevoli statue lignee di San
Francesco d’Assisi e Sant’Antonio di Padova, il messale, opere tutte
ascrivibili al XVIII secolo, le bugie in cristallo e la cartagloria
(sec. XIX), il Crocifisso ligneo del secolo scorso.Al piano superiore è possibile visitare la Sezione di archeologia ricchissima per varietà e tipologie di oggetti esposti. Si prosegue con la Pinacoteca, dove sono custoditi tra gli altri il dipinto di Nicola Troisi raffigurante la Madonna del Carmelo tra i Santi Giuseppe, Benedetto, Leonardo e Brigida del 1690, il dipinto raffigurante la Madonna degli Infermi tra San Biagio e San Domenico e la tela raffigurante la Madonna col Bambino tra San Sebastiano e San Giacomo del 1700.. Pregevole la statuaria nella quale eccellono la Vergine Addolorata del 1600 e Santa Filomena del 1700. Nella sezione Paramenti, Oggetti e Libri liturgici, si segnalano numerosi parati liturgici, croci d’altare, il pregevole Crocefisso d’alabastro, messali, tabernacoli e un ricco corredo di oggetti devozionali provenienti dalle Confraternite del Santissimo Sacramento e della Madonna del Carmine, presenti nella parrocchia dal 1600 al 1900. Ancora assai interessanti l’acquasantiera in marmo nero e il portale in pietra del 1800 e lo stemma lapideo di Filippo Sangineto (sec. XIV).